Quante volte ti è capitato di dire, o di sentirti dire frasi come “Sei sempre un* bambin*” oppure “Non crescerai mai!”?

Sicuramente molte.

Hai mai riflettuto sul vero significato di queste frasi?

Perché non sono assolutamente superficiali, anzi, si rivolgono proprio a una parte di te che c’è stata e c’è tutt’ora in una forma diversa:
la tua parte ancora bambina, comunemente chiamata “Il bambino interiore”.

“Tutti i grandi sono stati bambini una volta (ma pochi di essi se ne ricordano)”

Antoine de Saint-Exupéry

DA PICCOLI A GRANDI

Quando siamo piccoli, bambini dentro e fuori, quello che più ci caratterizza è l’innocenza, la purezza, la creatività, l’allegria, la giocosità, la fantasia, la curiosità; pensiamo che tutto sia possibile e ogni cosa ci crea stupore, meraviglia.

Siamo nella fase di conoscenza di noi stessi e del mondo, osserviamo ogni piccola cosa e di queste riusciamo a coglierne il lato più bello, più magico; abbiamo la mente più libera da condizionamenti, congetture, preoccupazioni, responsabilità e questo ci permette di pensare e vivere in modo diverso rispetto agli adulti (ovviamente è un discorso generico in quanto ci sono dei bambini che fin da piccoli, purtroppo, vivono già il peso di grandi preoccupazioni e si sentono già molto responsabili in tenera età, ma sono casi specifici).

Poi cresciamo e, ancora una volta magicamente, tutto ciò spesso svanisce:
diventiamo improvvisamente meno fantasiosi, meno creativi, non vediamo più la meraviglia di ciò che ci circonda perché presi da doveri e incombenze, non viviamo più lo stupore.

Il nostro spazio mentale è saturo e non c’è posto per queste cose.

Eppure, ogni tanto, anche se solo per un secondo, capita di risentire dentro di noi quel guizzo infantile:
una sorpresa inaspettata, un momento di svago, l’abbraccio di una persona cara, sono per esempio degli attimi di vita che possono farci tornare bambini per un istante.

Quello è il tuo bambino interiore.

A me, per farti un esempio, capita spessissimo quando sono in compagnia di bambini perché riescono a farmi rivedere il mondo con i loro occhi, che poi erano anche i miei:
vederli gioire per qualcosa che a me sembra, a oggi, “insignificante”, vederli entusiasti di tutto quello che li circonda, sentire la loro energia infinita e la loro voglia di vivere riaccende dentro di me “il mio bambino”.
Lo sento e mi commuove ogni volta.
Probabilmente, anzi sicuramente, perché anche io dovrei ascoltarlo molto di più.

QUELLA CHE DEFINIAMO “VECCHIAIA”

“Io non faccio film solamente per bambini.
Li faccio per il bambino che è in tutti noi, che abbia sei o sessanta anni.”

Walt Disney

Sei cresciut*, sei fisicamente cambiat* ma dentro di te lui è rimasto e rimarrà sempre, anche quando avrai 90 anni.

Anzi, quando avrai 90 anni probabilmente lascerai che si esprima ancora di più di quanto gli permetti ora perché superata una certa età, il bagaglio di esperienze che avrai (e avremo tutti) ti darà modo di fregartene ancora di più del mondo esterno, ti farà sentire ancora più liber* di essere qualsiasi cosa vorrai.

“Quando si è vecchi si torna bambini “, si dice così no?

In realtà lo siamo da sempre ma, forse, la vecchiaia ci fa sentire di avere il permesso di fare ciò che ci pare, anche di fare i bambini.

Il concetto alla fine è sempre lo stesso:
dipende tutto da come si affrontano le cose, non dalle cose in sé.
Essere adulti, essere vecchi, è una questione di atteggiamento.

Il che non vuol dire essere irresponsabili, fare cose a caso, non pensare alle responsabilità che hai scelto come persona adulte bensì vuol dire trovare il giusto equilibrio tra il tuo essere piccolo e il tuo essere grande.

È importante non soffocare il bambino che c’è in te perché è lui il depositario del tuo potenziale più grande, è la tua fonte di energia più esplosiva. Proprio quell’energia infinita che hanno i bambini.

D’altra parte, è anche il custode delle tue sofferenze più profonde il che rende molto più facile, con la crescita, il trascurarlo completamente; si evita di soffrire, di star male ma così si evita, allo stesso tempo, anche di stare bene.

Diventa un circolo vizioso, me ne rendo conto, ed ecco che entrano in gioco le scelte di cui tanto abbiamo parlato negli ultimi articoli.

È L’ESSENZA DI NOI ESSERI UMANI?

Questo tema è stato affrontato da tantissimi studiosi e professionisti: psicologi, coach, counselor, filosofi etc.

C’è chi identifica il bambino interiore come “il vero sé”, la nostra essenza, chi invece non è d’accordo.
Come sempre, ciascuno dice la sua.

Personalmente credo che sia semplicemente una parte di noi che rimane dentro e al quale è necessario dare credito, che è fondamentale ascoltare e non reprimere; non sono d’accordo con chi la identifica con la propria essenza, il proprio sé, in quanto questo è assolutamente scevro da qualsiasi definizione, da qualsiasi età, atteggiamento, caratteristica.

La nostra essenza non è neanche esprimibile come concetto, tanto è infinita e immensa; non è razionale, è un sentire, più precisamente è un Essere.

Sicuramente, il bambino interiore, è una parte molto, molto importante di noi esseri umani, fondamentale per vivere una vita felice; un parte che, se trascurata, può causare insoddisfazione, tristezza, frustrazione (in alcuni casi anche malattia fisica e psicologica).

GUARDATI, PARLATI

“Sarebbe bello parlare con i bambini che eravamo e chieder loro cosa ne pensano degli adulti che siamo diventati.”

Juan Felipe Gabanhia

Una cosa che mi sento di consigliarti, utile a chiunque di noi, è questa:

prenditi un attimo per te, siediti a un tavolo o alla tua scrivania.
Chiudi gli occhi nel silenzio della stanza (oppure con una musica rilassante) e fai un bel respiro profondo.

Guardati nella tua mente.

Se ti osserverai attentamente noterai che sul tuo volto c’è anche il suo:
è quello il tuo bambino interiore. Sei tu.
Lo vedrai perché è impossibile non farlo.
L’immagine sarà sempre più nitida e chiara e, una volta focalizzato bene può esserti utile scrivergli una lettera: digli tutto quello che senti, quello che vivi.
Chiedigli scusa, ringrazialo, raccontagli quello che vivi ora da grande, aprigli il tuo cuore.

Sei tu, chi può capirti meglio di te stess*?

Puoi dirti quello che vuoi, puoi liberarti e liberarlo.

Conserva la lettera, rileggerla qualche tempo dopo sarà illuminante ed emozionante.

Dato che tra poco sarà Natale, fatti e fagli questo regalo.

È il periodo dei bambini per eccellenza, giusto?

Forse, è proprio il momento per provare a dare un po’ di spazio a quel bambino che dentro di te bussa in continuazione ma al quale tu non apri mai la porta.
Forse, è il momento giusto per rivivere lo stupore, la meraviglia, la magia.
Forse, è il momento perfetto per tornare a giocare, tornare a essere curis*, tornare a vivere.
Forse, è il momento di riniziare a Credere in qualcosa.

La magia esiste per tutti; anche per te, se ci Credi.

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